Calazio

Le ghiandole di Meibomio sono ghiandole sebacee collocate nella parte interna della palpebra, che servono a produrre lipidi che contribuiscono alla composizione del film lacrimale ( si dispongono nella parte più esterna del film lacrimale impedendone l’ evaporazione precoce).
Drenano il loro secreto attrvesro degli orifizi disposti in fila sulla palpebra.
Quando si verifica un’ infiammazione cronica a carico della ghiandola di Meibomio, si forma un calazio. Un calazio è una formazione granulomatosa sterile.
Se dovesse sovrapporsi una sovrainfezione da Staphylococcus aureus si trasformerebbe in orzaiolo.
I segni tipici sono la comparsa di un nodulo tondeggiante a livello della palpebra, di solito non dolente. Le dimensioni possono restare stabili, aumentare progressivamente o regredirespontaneamente o dopo terapia.
I calazi di dimensioni maggiori premono sulla cornea causando l’ insorgenza di un astigmatismo irregolare con annebbiamento della vista.
I pazienti con acnee rosacea o altre patologie che coinvolgono le ghiandole sebacee, sono partcolarmente predisposti all’ insorgenza di calazi multipli e recidivanti.
Un calazio può comparire a qualsiasi età, dal bambino all’ anziano.
In un terzo dei casi si ha una risoluzione spontanea, a volte si crea una fistola, drena e si sgonfia, altre volte persiste e necessita un intervento.
La terapia si basa su impacchi d’ acqua calda (il calore trasforma dal punto di vista chimico i legami terziari in secondari ed è dunque d’ ausilio nel fluidificare, sciogliere le secrezioni).
L’ applicazione di colliri e pomate a base di cortisone e tetracicline rappresenta un ottimo trattamento.
Una dieta ricca in acidi grassi omega 3, come quelli che si trovano nel pesce azzurro e nella frutta secca può rappresentare un ausilio nella prevenzione.
Nel caso di calazi recidivanti e resistenti alla terapia si può ricorrere alle tetracicline somministrate per os per periodi di tempo adeguati.
Nelle forme resistenti alla terapia può essere opportuno ricorrere all’ intervento chirurgico, che prevede l’ asportazione del calazio in sala operatoria quasi sempre dall’ interno o a volte dall’ esterno della palpebra, a seconda della tipologia.